Mart Stamm sedia con braccioli in metallo cromato e cuoio
Sedia con braccioli, struttura in tubo di acciaio cromato,
seduta, schienale e braccioli rivestiti in cuoio.
Una linea dal design senza tempo (Bauhaus) e un telaio dalla forte robustezza.
Dimensioni: cm. L 55 - P 56 - H 81 schienale / H 64 braccioli / H 46 seduta
(tubo struttura diametro mm 25x2)
Colori: Tabacco (in foto) Rosso Bulgaro (in foto), Nero, Bianco, Rosso, Bordeaux, Naturale, Testa di Moro.
Spessore cuoio mm 2,5/2,8 smerigliato.
Riedizione Mart Stamm 1926
Confezione da 2 pezzi.
Questo prodotto viene realizzato con la massima cura ai dettagli, alla resistenza dei materiali e alla qualità delle rifiniture, per costruire ogni volta un pezzo unico.
Le lavorazioni vengono realizzate da esperti artigiani, che attraverso la loro professionalità, sono alla base dei prodotti di qualità del made in Italy.
Questo prodotto viene spedito con imballo in gabbia di legno.
Particolarmente adatto e consigliato per arredamento contract di uffici.
Prodotto realizzato in Italia
Per questo prodotto, grazie alla produzione artigianale ed italiana,
siamo in grado di fornire eventuali pezzi di ricambio
in modo da garantire un’ottima qualità nel tempo.
*salvo aggiornamenti tecnici di produzione.
Mart Stam (Purmerend, 5 agosto 1899 – Zurigo, 21 febbraio 1986)
E’ stato un architetto, urbanista e designer olandese.
Stam studia ad Amsterdam, dove poi lavora come disegnatore fino al 1922. Spostatosi a Zurigo, nel 1923 incontra Hans Schmidt, El Lissitzky e Hannes Meyer, con i quali fonda la rivista «ABC».
Tra il 1926 ed il 1930 contribuisce alla progettazione, insieme a Lendert van der Vlugt, della fabbrica Van Nelle, un’opera manifesto di una nuova tendenza funzionalista nel movimento moderno, portata avanti da una generazione più giovane e politicizzata rispetto a Gropius e le Corbusier, rappresentata da Stam e Hannes Mayer.
Una volta spostatosi in Germania, fu al centro del dibattito architettonico europeo ed è in predicato di diventare direttore del Bauhaus.
In seguito progettò una nuova sedia, (la sedia cantilever) in tubo d’acciaio, utilizzando provocatoriamente tubazioni e raccordi da idraulico.
Stam ne presentò il prototipo alla mostra di Weissenhof.
La sedia esiste anche con braccioli, con sedile e schienale imbottiti e come poltroncina.
L’idea fondamentale nella progettazione della sedia era di sfruttare la forza di tensione del tubo d’acciaio al fine di realizzare una sedia senza gambe posteriori diventando così elastica mentre i pattini di nuova invenzione permettono di spostarla facilmente sul pavimento.
Per quanto riguarda il suo aspetto, la struttura lucida risulta eccellentemente integrata dai telai neri del sedile e dello schienale con l’impagliatura chiara in canna d’India.
Oggi questa sedia di straordinaria bellezza è diffusa in tutto il mondo.
Con lei si è affermato un mobile che, grazie alla sagoma precisa, si è stampato nella memoria di molti, risultando ancora oggi moderno. La sedia, con variazioni minime, fu ripresa al Bauhaus, da Ludwig Mies van der Rohe e Marcel Breuer in tubo cromato piegato, dando vita a lunghi contenziosi.
Per questa sedia in tubo d’acciaio ‘a pensilina’ nel 1962 la Corte federale tedesca ha riconosciuto a Mart Stam i diritti d’autore. Stam partecipa, nel 1927, insieme ai maggiori progettisti europei, all’esposizione del Weissenhof a Stoccarda, con una piccola schiera di abitazioni modello.
Nel 1930, parte per l’URSS per contribuire alla pianificazione urbanistica delle nuove città sovietiche. Rimarrà nell’Unione Sovietica, fino al 1934, quando ritornando in Olanda si dedicherà prevalentemente all’insegnamento.
Stam non ha mai semplicemente sostenuto solo l’esteticità, la tecnologia o i materiali legati, come molti sostenitori del design moderno. La sua richiesta di razionalizzazione delle modalità di organizzazione, secondo il “livello minimo”, era una richiesta per la “misura d’uomo”.
Nel 1928 è stato portavoce al Congresso CIAM presentando tutte le questioni architettoniche ed i problemi degli alloggi di massa.
Dopo il suo ritorno dall’URSS fondò insieme alla moglie, ad Amsterdam uno studio di architettura, il gruppo “Qe8”. Gli architetti parteciparono a numerosi concorsi, riuscendo però a concretizzare poco. Tra i pochi progetti portati a termine, si include il “Drive in Flats” di Amsterdam, riuscendo a risolvere il problema della mobilità individuale, con la sua visione avanguardistica di forme di vita urbana.
Le case a schiera erano case private per la classe medio-alta, corrispondenti alle esigenze di comfort individuale.
Che l’architetto era rimasto fedele alle sue intenzioni “collettiviste” lo conferma il suo trasferimento nel 1948 nella zona di occupazione sovietica, più tardi DDR.
Sotto la linea Stam, l’Accademia di Dresda di Arte e la “Scuola di artigianato” sono state combinate per “l’Accademia di Belle Arti Applicata”. I suoi obbiettivi per la riforma della progettazione erano ambiziosi, tuttavia, il concetto di una sintesi delle arti sotto il primato di architettura ha incontrato l’opposizione di molti rappresentanti delle arti tradizionali a Dresda.
Nel maggio del 1950 ha assunto la direzione della Scuola d’Arte di Berlino-Weissensee.
La sua breve permanenza nella scuola ha portato una chiara struttura del sistema di istruzione, che è stato preso in prestito dal contorno del corso al Bauhaus. Nel gennaio del 1953, lasciò con la moglie la Germania Est per tornare in Olanda, dove lavorò sino al 1955 presso l’ufficio del Merkelbach e Elling di Amsterdam.
Dopo più di 10 anni di lavoro autonomo si trasferì, assieme alla moglie in Svizzera, dove ci rimase sino al giorno della sua morte, il 23 febbraio 1985, all’età di 87 anni.